Corte europea dei diritti dell’uomo (Terza Sezione),
sentenza del 29 giugno 2021, Monir Lotfy c. Cipro, ric. n. 37139/13
Con la sentenza in commento, la Corte di Strasburgo ha posto nuovi paletti alle autorità amministrative degli Stati membri che vogliano ricorrere a misure privative della libertà personale per la governance dei flussi migratori. Tali misure detentive – ribadisce il consesso europeo – vanno adottate non solo rispettando il diritto interno, ma evitando soprattutto che esse siano affette da elementi di arbitrarietà. Tra questi, va sicuramente ricompresa la “cattiva fede” dello Stato convenuto, che voglia, come nel caso in esame, ordinare nuovamente la detenzione amministrativa di un migrante per gli stessi motivi ritenuti insufficienti da un giudice interno, così vanificando il sistema di garanzie previsto dalla legge. Inoltre, la Corte ha dichiarato inammissibile una doglianza in merito alla violazione dell’art. 3 CEDU, per mancanza di prove sufficienti a sostanziare i fatti allegati. Tale orientamento, nel gravare lo straniero detenuto di un onus probandieccessivo, si pone in contrasto con la giurisprudenza pregressa e rappresenta un punto problematico della decisione.
Postdoctoral Researcher in Criminal Law - University of Luxembourg. PhD in Global Studies presso l'Università degli Studi di Urbino «Carlo Bo». È Cultore della materia di Diritto processuale penale presso la medesima università, dove si è laureato nel dicembre 2017. Ha svolto per 18 mesi un tirocinio ex art. 73 D.L. 69/2013 negli uffici della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pesaro, ove è stato seguito, nello svolgimento delle attività formative, dal Sostituto Procuratore dott.ssa Silvia Cecchi.
Interessi di ricerca: detenzione amministrativa degli stranieri nel diritto UE e CEDU e protezione dei diritti fondamentali - mutuo riconoscimento delle decisioni di sequestro e confisca - diritto processuale penale europeo