Le politiche di contrasto ai movimenti secondari adottate dai Paesi membri dell’Unione europea comportano violazione di diritti umani fondamentali e rendono necessario l’intervento delle corti nazionali e sovranazionali. La riammissione dall’Italia alla Slovenia di richiedenti asilo è stata oggetto di condanna da parte del Tribunale di Roma. Il presente contributo si sofferma sulla violazione del diritto a un ricorso effettivo derivante dalla completa informalità della procedura di riammissione e dalla mancata consegna di un provvedimento scritto e sulla compatibilità con il diritto dell’Unione europea dei controlli di polizia basati su strategie di “profilazione etnica” e svolti in prossimità del confine.