Nell’attesa sentenza D.G. et al. c. Ministero dell’Interno, la Corte di giustizia dell’Unione Europea
(CGUE) esamina due questioni principali: i) se la decisione di trasferire un migrante in un altro Stato
membro, conformemente al procedimento di ripresa in carico previsto nel regolamento Dublino III, sia
viziata quando il richiedente di protezione internazionale non sia stato informato sul funzionamento del
Sistema Dublino, e/o sul trattamento dei dati biometrici registrati nella banca dati Eurodac; ii) se tale
decisione sia impugnabile qualora il trasferimento del migrante comporti un rischio di respingimento
indiretto nel paese d’origine. La CGUE riconosce al migrante il diritto d’impugnare la decisione di
trasferimento nei casi di omesso colloquio personale e, eventualmente, nel caso di mancata consegna
dell’opuscolo informativo, ma non in quelli di respingimento indiretto, a meno che lo Stato membro
competente non presenti «carenze sistemiche». Questo post ripercorre la decisione della CGUE
mettendo in rilievo i punti critici sollevati dai giudici italiani in merito al recepimento disfunzionale dei
trasferimenti Dublino negli Stati membri.
In the long-waited judgment D.G. et al. v. Ministero dell’Interno, the Court of Justice of the European
Union (CJEU) examines two main issues: i) Whether the decision to transfer a migrant to another
Member State under the take-back procedure provided for in the Dublin III regulation, is flawed when
the applicant for international protection has not been informed of the functioning of the Dublin system
and/or of the processing of biometric data stored in the Eurodac database; ii) Whether such a decision
can be challenged when the migrant’s transfer entails a risk of indirect refoulement to the country of
origin. The CJEU recognises the migrant’s right to appeal against the transfer decision when a personal
interview cannot be conducted and, possibly, when the information leaflet is not provided, but not in
the case of indirect refoulement, except in the case of ‘systemic deficiencies’ in the responsible Member
State. This post revisits the CJEU’s decision while highlighting the critical points raised by the Italian
courts regarding the dysfunctional transposition of the Dublin transfers in the Member States.
Francesca Tassinari è ricercatrice borsista Juan de la Cierva del Dipartimento di Diritto Pubblico della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università dei Paesi Baschi (UPV/EHU). Consegue il dottorato di ricerca in Diritto internazionale e dell’Unione Europea nel 2022 presso l’Università di Granada (Spagna) e l’Università degli Studi di Ferrara (Italia), già doppiamente laureata in entrambi i paesi. Consegue il Master in Diritto dell’immigrazione nel 2018 ed il Master in Alti Studi Europei ed Internazionali nel 2019. Tra il 2020/2021 e 2022/2023 ha lavorato presso la Direzione Generale delle Migrazioni e degli affari Interni della Commissione Europea.