La Cassazione a distanza di sei mesi condanna due uomini rom, nel primo caso per la “vendita in sposa” della propria figlia minore, nel secondo per l’impiego di una minore nell’accattonaggio. Accanto all’importante affermazione del valore indiscusso dei diritti fondamentali, si apre uno spiraglio per l’applicazione di una pena, in concreto, calibrata sulle peculiarità culturali dell’autore. Negli ultimi anni il reato culturalmente condizionato sta riscuotendo un’attenzione sensibilmente crescente nella giurisprudenza di legittimità, che mostra inusuali flessibilità applicative in bonam partem. Per un diritto penale baluardo di extrema ratio, è tuttavia necessario implementare l’apparato di risorse socio-culturali, capaci in modo più efficace di prevenire comportamenti illeciti. In questa direzione ci si è mossi a livello nazionale attraverso la progressiva chiusura dei cd campi rom, in combinazione con l’azione promossa dal Consiglio d’Europa, sull’uguaglianza, inclusione e partecipazione di Rom e Sinti alla vita civile di ciascun Paese (2021-2030).
Nata a Padova il 31 ottobre 1965, si laurea a Bologna nel dicembre 1989 con Franco Bricola, discutendo una tesi giudicata meritevole di lode. Dopo aver conseguito il titolo di dottore di ricerca in Diritto penale, ottiene borse di studio del C.N.R., post-dottorato ed assegni di ricerca presso il Dipartimento di Giurisprudenza di Bologna.
Nel marzo 2005 prende servizio come ricercatrice di ruolo nel settore scientifico-disciplinare IUS/17 – diritto penale, Università degli Studi di Bologna, Facoltà di Giurisprudenza. Nel luglio 2006 risulta vincitrice del concorso per Professore di II fascia, con nomina in ruolo il 1/10/2007. Nel 2013 consegue l'abilitazione scientifica nazionale alle funzioni di professore di I fascia nel settore concorsuale 12G/1.
Dal novembre 2010 ha ricoperto diversi incarichi accademici, tra i quali Presidente del Corso di laurea in Giurista d'impresa e delle pubbliche amministrazioni di Ravenna - Università di Bologna; componente del Consiglio della Scuola di Giurisprudenza di Bologna e della Commissione Paritetica della medesima Scuola. Nel maggio 2015 viene eletta Responsabile Uos del Dipartimento di Scienze giuridiche, per il Campus di Ravenna - Università di Bologna.
Dal 2017 è Direttrice del Corso di alta formazione "Pratiche sociali e giuridiche nell'accoglienza ed integrazione dei migranti", con sede a Bologna https://site.unibo.it/pratiche-sociali-giuridiche-accoglienza-integrazione-migranti/it
Dall’a.a. 2016/20117 è titolare dell’insegnamento di diritto penale sostanziale dell’immigrazione (Lo straniero quale autore o vittima di reati).
Fa parte del collegio docenti del dottorato di ricerca in Beni culturali ed ambientali, dell’Università di Bologna, sede di Ravenna.