Il 27 luglio 2022, il Consiglio di Stato francese ha avallato la decisione del governo di prolungare per un semestre il periodo di ristabilimento dei controlli alle frontiere nazionali. Questa decisione si pone in contrasto con la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) del 26 aprile – caso NW c Steiermark – nella quale i giudici della Corte del Lussemburgo hanno stabilito che il periodo di durata massima totale di sei mesi per il ripristino dei controlli alle frontiere interne, ex art. 25 del Codice Frontiere Schengen, è imperativo. Il presente contributo critica i punti di collisione tra i due giudizi: in primo luogo ripercorre i punti di fatto e di diritto sui quali il Consiglio di Stato argomenta la sua decisione; in secondo luogo, contesta l’interpretazione del concetto di “nuova minaccia” data dal Consiglio di Stato in quanto incompatibile con la posizione della CGUE sui c.d. “eventuali nuovi elementi”.
Francesca Tassinari è ricercatrice borsista Juan de la Cierva del Dipartimento di Diritto Pubblico della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università dei Paesi Baschi (UPV/EHU). Consegue il dottorato di ricerca in Diritto internazionale e dell’Unione Europea nel 2022 presso l’Università di Granada (Spagna) e l’Università degli Studi di Ferrara (Italia), già doppiamente laureata in entrambi i paesi. Consegue il Master in Diritto dell’immigrazione nel 2018 ed il Master in Alti Studi Europei ed Internazionali nel 2019. Tra il 2020/2021 e 2022/2023 ha lavorato presso la Direzione Generale delle Migrazioni e degli affari Interni della Commissione Europea.