La sentenza resa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nel caso Ghadamian c. Svizzera offre l’occasione di qualche riflessione sulla giurisprudenza della Corte in relazione alla tutela del diritto alla vita privata e familiare nel contesto migratorio e, in particolare, rispetto all’ampiezza degli obblighi positivi configurabili per gli Stati membri del Consiglio d’Europa con riguardo all’ammissione di cittadini stranieri.
The European Court of Human Rights judgment in the case Ghadamian v Switzerland provides an opportunity for some reflections on the Court’s case law in relation to the protection of the right to private and family life in the migratory context and specifically as regards the extent of positive obligations for the Member States of the Council of Europe with respect to the admission of foreign nationals.