Un elemento di apparente distonia con l’obiettivo politico bipartisan di potenziare il sistema di rimpatrio tramite la detenzione amministrativa è la convergenza degli interventi normativi sul trattenimento di una categoria di soggetti ipso facto inespellibili, quella dei richiedenti asilo. Il contributo ha l’obiettivo di ricostruire per sommi capi l’evoluzione del quadro legislativo in materia, soffermandosi in particolare sulle modifiche apportate nel 2023, al fine di porre in evidenza la funzione simbolica ed evocativa dell’ampliamento delle ipotesi di detenzione e lo scarto esistente tra diritto (inattuato) e prassi (illegittime). In conclusione, si intende stimolare una riflessione circa il ruolo che potrà essere ricoperto dall’autorità giudiziaria di fronte alla proliferazione sistemica della detenzione.
Dottoranda in diritto penitenziario e diritto dell'immigrazione presso la scuola di dottorato in "Diritti e Istituzioni" dell'Università di Torino, dove collabora con la cattedra di Diritto dell'Immigrazione ed è tutor della clinica legale "Carcere e Diritti II". Collabora inoltre con il progetto "Landscapes of Border Control" del gruppo di ricerca "Border Criminologies". La sua attività ricerca si focalizza sull'istituto della detenzione amministrativa, sulla sua attuazione alle frontiere dell'Unione Europea e sulle tensioni con i diritti fondamentali di migranti e richiedenti asilo privati della libertà. In qualità di avvocata e membro dell'Asgi (Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione) si occupa anche di asilo, protezione internazionale e tutela dei minori stranieri non accompagnati.