L’introduzione della tutela dell’ambiente tra i principi fondamentali della Costituzione italiana potrebbe rappresentare un ulteriore passo in avanti in favore del riconoscimento giuridico dei c.d. migranti ambientali. L’orientamento giurisprudenziale interno, infatti, in linea con gli sviluppi internazionali in materia, è già indirizzato a garantire una qualche forma di protezione in ragione dei mutamenti ambientali e climatici. È, tuttavia, auspicabile che non ci si fermi all’applicazione di forme di tutela residuali, quando vi sono i presupposti per pervenire al riconoscimento della protezione internazionale o (perché no?) di uno status giuridico ad hoc per i migranti in questione.
Anna Fazzini è dottoranda in Studi Internazionali presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, dove collabora con le cattedre di Diritto Internazionale e Tutela Internazionale dei Migranti (prof.ssa Anna Liguori). È membro dello staff esecutivo e di ricerca del Network Jean Monnet “Migration and Asylum Policies Systems” (MAPS), coordinato dal Prof. Giuseppe Cataldi e dello staff organizzativo del progetto “Mentorship” (referente: prof.ssa Adele Del Guercio), implementato presso la stessa università in collaborazione con l’Organizzazione mondiale delle migrazioni (OIM). I suoi ambiti di ricerca si riferiscono al diritto internazionale dei diritti umani, al diritto delle migrazioni e al diritto ambientale.