A dieci anni dall’inizio della rivolta popolare che nel 2011 portò al rovesciamento del regime di Mu’ammar al-Qadhdhafi, le forze in campo nel conflitto libico sono riuscite a sfruttare il cessate il fuoco raggiunto ad ottobre del 2020 per lanciare un dialogo politico che, non senza difficoltà e contraddizioni, a marzo del 2021 ha portato alla nascita del Governo di Unità Nazionale.
Nel corso degli incontri tra i rappresentanti dei governi europei, regionali e internazionali e il nuovo governo libico è emerso che la priorità assoluta di questa fase della transizione libica è stata individuata nella ricostruzione. Questo contributo si propone di ricostruire i temi salienti di questo dibattito e di indagare il ruolo non univoco che è stato attribuito al “dossier migratorio” nella dialettica tra agenda nazionale libica e agende internazionali.
Chiara Pagano ha conseguito un dottorato in Studi Europei e Internazionali presso l'Università di Roma Tre. I suoi interessi di ricerca riguardano le politiche dello spazio e dell'identità nella storia contemporanea dell'Africa settentrionale, e gli studi delle aree di frontiera, con un focus particolare sulla Libia di epoca coloniale e post-coloniale.
È stata Assegnista di ricerca in Storia e Istituzioni dell'Africa presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Pavia dove, in collaborazione con l'Università di Basilea, ha lavorato come Principal Investigator per i casi studio italiano, tunisino e libico nell'ambito del progetto di ricerca Infrastructure Space and the Future of Migration Management: The EU Hotspots in the Mediterranean Borderscape.
Attualmente è Assegnista di Ricerca presso il Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna nell'ambito del progetto Horizon2020 MERGING. Housing for immigrants and community integration in Europe and beyond: Strategies, policies, dwellings, and governance e collabora come ricercatrice associata al progetto Regions2050: Mobile Spaces, Porous Borders, and Pathways of Regionalisation, coordinato dal Professor Achille Mbembe al Wits Institute for Social and Economic Research dell’Università di Witwatersrand.