Con la recente sentenza R.R. e altri c. Ungheria la Corte europea dei diritti dell’uomo si è pronunciata nuovamente sul trattenimento di richiedenti asilo all’interno di una zona di transito terrestre, situata al confine di un Paese membro. La decisione, pur avendo raggiunto un esito favorevole ai ricorrenti, ha tuttavia confermato una linea logico-argomentativa discutibile in merito all’applicabilità dell’articolo 5 CEDU a casi analoghi. Letta alla luce della pertinente giurisprudenza della Corte di giustizia UE – ben più garantista nei confronti dei migranti detenuti ai confini – la sentenza del Giudice di Strasburgo qui esaminata appare inserita in un più ampio “dialogo” tra Corti che si interrogano, anche contraddicendosi, su che cosa sia la “libertà” nello spazio giuridico europeo.
Postdoctoral Researcher in Criminal Law - University of Luxembourg. PhD in Global Studies presso l'Università degli Studi di Urbino «Carlo Bo». È Cultore della materia di Diritto processuale penale presso la medesima università, dove si è laureato nel dicembre 2017. Ha svolto per 18 mesi un tirocinio ex art. 73 D.L. 69/2013 negli uffici della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pesaro, ove è stato seguito, nello svolgimento delle attività formative, dal Sostituto Procuratore dott.ssa Silvia Cecchi.
Interessi di ricerca: detenzione amministrativa degli stranieri nel diritto UE e CEDU e protezione dei diritti fondamentali - mutuo riconoscimento delle decisioni di sequestro e confisca - diritto processuale penale europeo