La sentenza in commento ritorna sul “problema” della durata dei procedimenti in materia di cittadinanza italiana, proponendo una ricostruzione che valorizza l’esigenza di garanzia della certezza del tempo di conclusione del procedimento ai fini di una piena ed effettiva tutela del privato istante.
Il Consiglio di Stato nega che la “congestione organizzativa” causata dal rilevante numero di richieste in materia di cittadinanza italiana integri un’ipotesi di “grave ed eccezionale ragione” tale da giustificare la compensazione delle spese del giudizio, in quanto i profili organizzativi interni alla pubblica amministrazione «non possano “gravare” sul ricorrente e costituire titolo per pregiudicarlo».
La riflessione è proiettata sulle garanzie applicabili alla procedura amministrativa per il conferimento della cittadinanza italiana, in particolare in merito ai tempi procedimentali “speciali” ed in deroga rispetto a quelli ordinariamente apprestati dall’ordinamento. Le soluzioni individuate sono, invece, rivolte all’innalzamento del livello di tutela delle situazioni giuridiche soggettive del cittadino straniero, coerentemente con l’orientamento più “garantista” che sembra emergere in una parte del Consiglio di Stato.
Laura Pergolizzi è Ricercatrice TD-A in Diritto amministrativo presso l’Università degli Studi di Messina.
Ha conseguito la laurea in Giurisprudenza con il massimo dei voti e la lode presso l’Università di Bologna discutendo una tesi in Diritto Amministrativo, Relatore Prof. Vandelli. Ha svolto un periodo di ricerca presso la Ghent University nel corso dell’anno accademico 2018/2019.
I suoi principali interessi di ricerca sono i servizi pubblici e la concorrenza, il partenariato per l'innovazione, l'organizzazione dei grandi eventi, la tutela dei diritti fondamentali e le garanzie procedimentali dei cittadini stranieri.