Decreto sicurezza-bis: una riforma è urgente (benché l’arma sia ormai spuntata)
Uno degli ultimi atti compiuti dal Governo c.d. giallo-verde prima della crisi di agosto 2019 è stata la conversione in legge del c.d. decreto sicurezza-bis, che attribuisce al Ministro dell’Interno il potere di emanare divieti di ingresso nelle acque territoriali alle navi che trasportano stranieri irregolari, prevedendo sanzioni amministrative di particolare severità nei confronti dei trasgressori. Mentre le proposte di riforma del decreto faticano a trovare consensi nella maggioranza in carica, e comunque non appaiono in linea con le indicazioni fornite dal Presidente della Repubblica in sede di promulgazione, la Cassazione penale, intervenendo nel noto caso dell’arresto di Carola Rackete, offre una ricostruzione della causa di giustificazione dell’adempimento del dovere che di fatto già sterilizza gli effetti delle sanzioni. La riforma (o meglio l’abolizione) del decreto resta comunque prioritaria, soprattutto per ridurne i rischi di chilling effect sui soccorsi e la conduzione dei naufraghi in Italia.
Ricercatore in Diritto penale presso l'Università degli Studi di Milano.