Il caso Alan Kurdi: tra obblighi internazionali di salvataggio in mare e profili di diritto penale interno
Il caso oggetto del presente contributo riguarda un’ipotesi, ormai tristemente nota, di rifiuto di indicazione di un place of safety da parte dei diversi Stati costieri, ivi compresa l’Italia, a seguito del salvataggio di un natante in zona SAR libica. Nel presente contributo si analizza la decisione del Tribunale dei Ministri, chiamato a verificare la sussistenza dei reati d’abuso d’ufficio e di rifiuto di atti d’ufficio, evidenziando alcuni profili di criticità riguardanti: l’individuazione degli obblighi di soccorso che gravano sugli Stati costieri ed i profili penalistici, rimasti ai margini della decisione in esame. La vicenda, che si conclude con un decreto di archiviazione, conferma l’esigenza di una normativa sovranazionale che disciplini i casi in cui nessuno Stato costiero si incarichi del coordinamento delle operazioni di soccorso.
Dottoranda di ricerca in “Diritti umani. Teoria, storia e prassi” presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II