La finzione di non ingresso nel nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo: detenzione sistematica ai confini dell’Europa?

Il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo introduce nel diritto dell’Unione nuove procedure da svolgersi presso le frontiere esterne degli Stati membri. In particolare, attraverso lo screening di frontiera, il Patto prevede l’obbligo di effettuare una verifica preliminare che comprende l’identificazione, i controlli sanitari e di sicurezza, nonché il rilevamento delle impronte digitali e il loro inserimento nella banca dati Eurodac. Il Patto chiarisce che le domande di asilo presentate alle frontiere non conferiscono un diritto automatico di entrare nell’Unione.

Di seguito, si procede a esaminare la portata e le implicazioni di tali previsioni.

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Dottoranda in diritto pubblico, comparato e internazionale presso l'Università la Sapienza di Roma, ha conseguito nel 2015 la laurea specialistica in studi internazionali rilasciata dall'Università l'Orientale di Napoli e un LL.M. in international migration and refugee law presso la Vrije Universiteit Amsterdam nel 2017. Lavora inoltre come consulente presso l'Unità Dublino del dipartimento libertà civili e immigrazione del Ministero dell'Interno.